Mi è successo più volte di assistere a questa proposta, e colto di sorpresa, accogliere l’invito come se fossi d’accordo. D’altro canto sarebbe stato imbarazzante qualsiasi replica contraria. Se non mi avessero anticipato con questa proposta, mi sarei limitato a proporre una visita agli uffici, al reparto produttivo o altro.
Mi sono sempre chiesto cosa possa percepire un candidato invitato ad un contatto esplorativo al di là della correttezza dell’interlocutore che con questo invito vuole manifestare una trasparenza alle affermazioni e un indubbio interesse a perfezionare l’accordo. Quasi sempre questo invito è accompagnato da affermazioni del tipo: “Puoi prenderti qualche giorno e verificare tu stesso e capire se ti piace l’ambiente! ” oppure: ” Vieni a fare una prova così ti rendi conto di quanto stiamo dicendo”. Che dire…
Anche un professionista preparato e smaliziato non sempre riesce a percepire da un primo contatto gli elementi caratterizzanti di un ambiente di lavoro. E’ evidente che nella prova, il candidato è comunque un estraneo che deve muoversi con cautela e rispetto. Poi è indubbia la diffidenza dei dipendenti nel rispondere liberamente alle diverse domande, in quanto non sempre vengono istruiti sul comportamento da tenere. Figuriamoci se le domande sono rivolte ad un futuro sottoposto che dovrà da subito cercare di creare un clima di simpatia. In altre parole come posso pensare che questa apertura massima che vuole comunicare che non c’è nulla da nascondere possa consentire una visibilità chiara del posto di lavoro? Che valore possono avere le impressioni ricavate quindi da una prova?
Molto meglio a mio pare approfondire la conoscenza reciproca negli incontri interlocutori, che devono servire a verificare tutti gli aspetti del ruolo. Determinante poi fissare per iscritto le aspettative reciproche e le responsabilità del ruolo.