Quando si parla del valore di una azienda non si rappresenta solo il “capitale economico” ma anche il “valore del marchio” quale strumento portante di una efficace comunicazione tra impresa e consumatore.
Lo scenario pandemico, fattore esterno non di natura finanziaria ma di indubbia intensità, nonchè durata e incertezza, ha generato “presunte” perdite di valore in “fattive” rivisitazioni della affidabilità dei bilanci e della loro divulgazione, inficiando gli aspetti reputazionali dell’impresa e coinvolgendo indistintamente tutti gli stakeholders.
Come poter superare la crisi Covid, in presenza di una completa mutazione della cultura aziendale e dalla necessità di proteggerne il suo valore?
Uno dei fattori chiave è l’introduzione del “risk management” quale processo aziendale volto alla gestione completa ed integrata dei rischi, mediante attività sistematiche quali identificazione, misurazione, valutazione, trattamento del rischio.
E’ un processo continuo, graduale e proattivo che coinvolge la corporate strategy; in sostanza è l’utilizzo e una attribuzione più efficace del capitale e delle risorse all’interno dell’organizzazione, della protezione del patrimonio, del brand e del know-how dell’organizzazione.
Ci si avvale di un programma metodologico che il Management applica all’interno di uno schema specifico dotato di sette fasi:
- Determinazione delle risorse finanziarie disponibili
- Determinazione dei potenziali rischi nei vari settori di attività e produzione
- Determinazione dei rischi in termini di gravità (entità o frequenza)
- Piano di prevenzione, riduzione e controllo dei rischi
- Piano di sostenibilità dei rischi in ambito finanziario
- Piano di trasferimento dei rischi a terzi o all’assicuratore
- Monitoraggio nel tempo dell’evoluzione dei rischi
Il risk management si conferma imprescindibilmente una condizione per una buona governance e parte integrante di una corretta corporate strategy che sarà oggetto di un approfondimento dedicato.